GIAMPAOLO MARIOTTI
or
"PRINCIPE CORSINI"
Giampaolo Mariotti was, perhaps still is, an elegant aristocratic looking gentleman of below medium height with a fine Roman nose and profile. He came from Perugia and lived in Rome and other places and appears on page 2 of Giorgio Quntini's novel, I malnati, as "Giancarlo", for he accompanied Giorgio to Paris and shared bohemian lodgings there with him. Although I have a vivid recollection of Mariotti, I can find no photograph of him, though many years ago Giorgio sent a press cutting with one, which may still exist somewhere. However, there are many photographs of Giorgio on this blog and, as he says on page 12 of his novel, they were often taken for brothers, also because of the way they moved and behaved.
Mariotti appears briefly in Giò Stajano's banned novel, Roma capovolta (1959), as "Giampaolo", who is often with "Quintino" (Giorgio) and looks like a copy of him. They had known each other since Giorgio went to live and spend his adolescence in Perugia.
In later life Giorgio saw much less of him and tended to keep him at arm's length because of his criminal record, which, however, amused him. At a certain point in his life Signor Mariotti had very credibly started to pass himself off as the Prince Corsini. There is a page on him in Giò Stajano's memoirs, La mia vita scandalosa (pp. 53-54), although Giorgio has annotated that at the time Giò met him he was not a confidence trickster at all.
On 5th April 1987, the La Repubblica newspaper published an article on his career in crime, which is reproduced below.
E DAVANTI AI GIOIELLI DIVENTAVA MR. HYDE
ROMA Buon giorno, ho visto un delizioso cabochon in ventrina, una pietra tagliata alla perfezione, quasi una citazione barocca. Sa, vorrei fare un regalo a mia moglie, è colonnello della Croce Rossa. Sì, un pensierino da abbinare al tailleur Chanel. Domani sera abbiamo un party in casa Colonna. Lei naturalmente conosce donna Vittoria.... Il biglietto da visita di Giampaolo Mariotti, 58 anni, di Perugia, era questo, cortesia e conoscenza evidente dei personaggi del jet set. Più l' uso di un cognome abbastanza celebre per sopire i dubbi dell' orefice. A Milano funzionava bene quello del principe Ferdinando Caracciolo, a Venezia quello del professor Bracci, a Torino quello di Francesco Ferlaino, fratello del presidente del Napoli, a Roma, quello di Luciano Braghetti Peretti, presidente dell' Api. Un gioco delle parti che gli è servito a truffare, in tre anni, centinaia di milioni in gioielli. E' stato arrestato venerdì notte in un albergo della stazione Termini, l' hotel Siracusa. Prima di essere portato in carcere ha chiesto agli agenti un pullover beige.Per favore ha detto posso portarlo con me? Non mi piace uscire con i calzini che stonano col resto dell' abbigliamento. Si è conclusa così una carriera eccellente iniziata nel 1984. Giampaolo Mariotti, capelli radi, pettinati all' indietro, non molto alto, l' aria distinta di chi, nel mondo, si è sempre trovato a suo agio, era stato rinchiuso nel carcere criminale di Aversa. Un soggiorno obbligato dopo l' ennesimo imbroglio. E una perizia psichiatrica che aveva stabilito: sdoppiamento della personalità. L' uomo, 3 anni fa, a dicembre, aveva ottenuto un permesso di 5 giorni per buona condotta. Vado a trovare mia sorella a Perugia aveva detto ma non si era più presentato. La sua vita, che sarebbe piaciuta allo Stevenson di Jeckyll e mister Hyde, si svolgeva tra una stanza di albergo e l' altra, su e giù per i treni, a spasso per via Montenapoleone, via Roma, via dei Calzaiuoli, nelle boutique specializzate in collier, negozi di lusso, ma di classe. La sua tattica era raffinatissima: entrava per acquistare un ninnolo, (Sa, la mia nipotina è appassionata di animaletti... diceva) e poi si fermava a parlare con il proprietario. Quattro chiacchiere sulla season, un commento sul giardino all' inglese dell' industriale più in voga, una battuta sulla nuova moglie del marchese Paternò, sull' esistenza dei suoi alter ego, sapeva tutto, era una specie di enciclopedia. Poi togliendo un invisibile filo dalla impeccabile giaccia di cachemire, pagava con un assegno e usciva, auspicando magari ci vediamo domenica al Circolo degli scacchi. E la conoscenza continuava: gli acquisti aumentavano e così l' amicizia e la fiducia dei negozianti, fino al colpo finale: un collier da 100 milioni, un anello da 150. Allora lo pseudo principe Caracciolo, alias Roberto Grimaldi, alias professor Bracci, alias Braghetti Peretti spariva dalla circolazione, lasciando, nelle casse del gioielliere assegni con tanti zeri, falsi o rubati. Comunque, a vuoto. Il misterioso personaggio era stato segnalato alla polizia di tutta Italia, l' associazione degli orafi avevano lanciato l' allarme ma la camaleontica capacità di Mariotti di cambiare cognome e perfino prununcia (conosce tre lingue: tedesco, francese, italiano ed è in grado di rifare qualunque dialetto) rendeva impossibile l' identificazione. A Roma però ha fatto un passo falso, ha giocato troppo. Il commissariato di Castro Pretorio era in possesso di una foto segnaletica e di un voluminoso dossier sul novello mister Fregoli. Da giorni la polizia setacciava i luoghi deputati alla ricettazione degli assegni rubati. Lui, Giampaolo Mariotti invece passeggiava per via Sistina, dove aveva conosciuto un gioielliere, Daniele Branca. Una persona a modo, un perfetto gentleman, sempre vestito con blazer dal taglio perfetto, scarpe di marca. E conosceva i miei amici, sapeva nei dettagli avvenimenti e pettegolezzi riguardanti i miei clienti dice ora l' orefice a me si è presentato come Luciano Braghetti Peretti, con il suo tesserino dell' ordine degli ingegneri che spuntava discreto dal porta-carte quando tirava fuori il libretto degli assegni. E, nella gioielleria oggetti d' arte Branca, Mariotti ha comprato, oltre ad una serie di piccole cose di valore, una borsetta d' oro dal peso di 300 grammi, costata circa 13 milioni di lire. Uno sfizio per la sua collezione mi ha confessato spiega ancora Branca (che, grazie al ritrovamento della polizia del Monte dei Pegni, ritornerà in possesso della scatola' ) lunedì scorso mi ha invitato a cena, nel suo appartamento di Porta Pinciana. Ma il numero civico non esisteva. Intanto la polizia continuava a frugare negli alberghetti, del centro, mostrando l' istantanea invecchiata. Giovedì dopo una estenuante ricerca in circa cinquanta piccoli hotel tra piazza dei Cinquecento e via Giolitti, l' ultima chance, l' hotel Siracusa. L' avevamo trascurato dicono gli agenti perché in genere è frequentato da barboni, ci sembrava strano. Il truffatore era lì, in una stanza al terzo piano. Ha esibito tremando i documenti, ha guardato con un pizzico di scoramento le carte di identità con i nomi falsi, i documenti dei vari ordini professionali contraffatti, i libretti di assegni (Banco di Napoli, di Sicilia, di Roma) le polizze dei gioielli, le sessanta paia di scarpe allineate, le decine di tubetti di lucido per calzature, le cravatte di seta. Non dite niente a mia sorella, è l' unica persona al mondo che mi vuole bene ha chiesto al commissario, mentre lo ammanettava.
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